Sempre espressione di
forza spirituale straordinaria, inno al romanticismo, “patria” di demoni,
fantasmi e tormenti, l’Ouverture del “Manfred” di Schumann, con i suoi “climax”
ascendenti e discendenti, ci fa appassionare a tal punto da sentire dentro di noi
brividi di emozione. Passione, Poesia, Spiritualità, per l’Ouverture con cui
Schumann ha voluto raccontarci le gesta tormentate del personaggio di Lord
Byron.
Apre con questo brano
l’Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta da Alvise Casellati, che, poco
prima dell’inizio del Concerto, fa un importante e triste annuncio, dicendo che
lo storico Teatro rischia di chiudere a meno che istituzioni o privati sensibili
alla Cultura non facciano qualcosa per evitare questa sciagura.
Sarà forse questo a
stimolare ancora maggiormente i cuori degli orchestrali, artefici di una grande
prova, sempre puliti, brillanti ed espressivi, capaci di trasmettere la carica
emotiva che il loro repertorio richiede. Dopo il Manfred, infatti, ci siamo
trovati ad ascoltare un pezzo altrettanto appassionato: il celebre “Concerto
per violino e orchestra in Re maggiore op.35” di Tchaikovsky, dove il violino
solista era la giovanissima Laura Bortolotto (classe 1995). C’è sempre un po’
di “timore” quando si vede davanti ai propri occhi un’Artista così giovane;
timore che le promesse non siano mantenute; timore che qualcosa non potrebbe
funzionare… in realtà non è stato così, proprio perché Laura Bortolotto non è
solo una promettente musicista, ma una Musicista, visto che, nonostante la sua
giovanissima età, tiene il palco con maturità, espressività, con grande
capacità di trasmettere al pubblico un brano che lei stessa sembra veramente
sentire con l’archetto e con il cuore; espressività, poi, unita a una tecnica
pulita ed efficace e a una, ancora, matura consapevolezza di non essere sola ma
di dover ascoltare il resto dell’Orchestra. Tutto questo, unito al fatto che la
violinista fa uso di uno straordinario violino Giovanni Battista Ceruti del
1850 – messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale - dal suono
inconfondibile, rende il Concerto fresco e indimenticabile, anche grazie
all’ottima prova, ancora una volta, dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice.
Prima dell’intervallo la musicista ci lascia con un fuori programma molto
intimo e mistico, “Sarabanda dalla Seconda Partita” di Bach, dove la Bortolotto
può esprimere quella qualità più interiore che il Concerto di Tchaikovsky, con
la sua esteriorità appassionata, un po’ nasconde.
La seconda parte della
serata musicale è dedicata per la seconda volta a Schumann, dove stavolta è la
“Quarta Sinfonia” che diventa protagonista, con i suoi eccezionali alti e
bassi, piani e forti, espressioni di quella personalità così intensa e poetica
che non a caso è stata guida del Romanticismo. Anche in questo caso, ultimo
atto del Concerto, l’Orchestra, diretta dai gesti determinati e precisi del
Maestro Alvise Casellati, è artefice di una grande prova, capace, come prima,
di esprimere al meglio la natura sentimentale, spirituale e poetica del Grande
Compositore Tedesco.
Stefano Duranti Poccetti
Direttore Alvise Casellati
Violino solista Laura Bortolotto
Orchestra Fondazione Teatro Carlo Felice
Programma
R. Schumann, Manfred Ouverture
P.I. Tchaikovsky, Concerto per violino e
orchestra in Re maggiore op. 35
R. Schumann, Sinfonia n.4 in re minore
op. 120
N.B. Tratto dal http://www. corrieredellospettacolo.com/
Nessun commento:
Posta un commento