Giovedì 19 febbraio il Teatro Giuseppe Verdi di Gorizia ha ospitato, in esclusiva regionale, la violoncellista russa Natalia Gutman, accompagnata dall’orchestra giovanile dell’Accademia d’archi Arrigoni di San Vito al Tagliamento e dal talentuoso violinista Pavel Vernikov.
La serata si è svolta all’insegna della musica barocca: sono state eseguite celebri opere di Bach, Vivaldi, Haydn e Mozart.
Ad aprire la rappresentazione sono proprio l’orchestra e Vernikov, con il Concerto per due violini in Re minore BVW 1043 di J.S Bach. La composizione è caratterizzata da un sottile ma espressivo dialogo fra due violini. L’esecuzione è d’impatto perché si assiste all’incontro fra due generazioni: fa da contrappunto a Vernikov Christian Sebastianutto, giovane e promettente musicista friulano. Del resto, l’Accademia d’archi Arrigoni è un vanto per la regione. Ispirata principalmente dalla tradizione violinistica russa, quest’orchestra riunisce giovani talenti che approfondiscono la musica da camera.
Vale la pena spendere due parole anche riguardo Pavel Vernikov, il violinista ucraino che, come già accennato, affianca l’Accademia Arrigoni. Già vincitore dell’ARD competition di Monaco e dell’international competition “Vittorio Gui” di Firenze, Vernikov è conosciuto per la sua ecletticità e per le capacità di sperimentazione. Ha suonato infatti in vari festival internazionali, unendo nei suoi spettacoli arte moderna, teatro e musica.
Il talento ucraino e l’Arrigoni eseguono poi il Concerto in Sib maggiore per Violino e Archi di Vivaldi. Il concerto è inserito in una raccolta, l’Opus 7, che comprende 10 concerti per violino e due (fra cui quello in Sib maggiore) per oboe, archi e basso continuo. L’opera si caratterizza per la cantabilità e morbidezza dei suoi temi.
Si è già nel vivo dello spettacolo, quando Natalia Gutman, la vera protagonista della serata, entra in scena. Domenico Mason guida l’orchestra in Concerto in Do maggiore per violoncello di Haydn. La scelta è azzeccata: quest’opera, composta probabilmente fra il 1761 e il 1765, fa trasparire il virtuosismo dei musicisti senza ostentarlo. Il pubblico può così apprezzare sia la tecnica nell’esecuzione, sia la musicalità del pezzo. Il moderato iniziale della composizione lascia spazio ad un Adagio in Fa eseguito magistralmente dalla Gutman.
Non vi erano dubbi a riguardo, tenuta in considerazione la carriera dell’artista. Natalia è stata infatti allieva di uno dei più grandi musicisti del Novecento, Mistlav Rostropovich. Come Vernikov, ha vinto l’ARD competition di Monaco di Baviera, dove ha presenziato anche qualche anno dopo come membro della giuria. Da allora ha suonato in tutto il mondo con diverse orchestre e ha preso parte ad importanti rassegne quali il Festival di Salisburgo e i Berliner e Wiener Festwochen. E’ nota la sua passione per la musica da camera. Da anni insegna alla Musikhochschule di Stoccarda, oltre che a Mosca. Ogni anno, nel mese di luglio, invita musicisti di fama mondiale alla Musikfest am Tegernsee nelle Alpi Bavaresi, un festival di musica da camera da lei fondato nel 1990 con Oleg Kagan.
Purtroppo, però, finita l’esecuzione del Concerto in Do maggiore, la Gutman abbandona la scena.
La seconda parte dello spettacolo è dedicata interamente a Mozart. Viene eseguita la Sinfonia Kv 201 in La maggiore. E’ una delle opere giovanili più famose dell’austriaco, “una pietra miliare, personale nel tono e ancor di più nella sua combinazione di intima musica da camera con una tempra ardente e impulsiva” (Stanley Sadie). A questa segue il concerto kv 202 in re maggiore.
Dopo un bis tratto proprio da quest’ultimo, la serata si chiude fra gli applausi sentiti del pubblico. Seppur la Gutman sia stata presente solo per una piccola parte della rappresentazione, i musicisti hanno saputo far apprezzare agli spettatori del Teatro Verdi le composizioni di alcuni degli artisti più noti del panorama musicale di tutti i tempi.
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N.B. Tratto da SCONFINARE.NET ( http://www.sconfinare.net/?p=21619
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